The China Study: il salvavita

domenica 25 marzo 2012

Clisteri : mai dire abbastanza!


Un amico che stimo, collega che studia naturopatia, infermiere professionista e fisioterapista,  sta passando al vaglio tutti gli articoli (e commenti) che ho scritto e mi sta facendo le pulci. Ottimo e gliene sono grato. Le informazioni devono essere corrette e complete se vengono diffuse. E poi io sono "Il Discepolo" quindi sempre pronto ad imparare e chi mi correggere mi fa crescere. Quindi ringrazio Fabrizio per questa opportunità. Nello specifico, dopo aver letto il post sui clisteri mi scrive quanto segue, che per dargli la giusta visibilità lo riporto come post dedicato:

ciao Ste.
pian piano leggo tutti i tuoi "articoli" a ritroso, quindi anche i commenti sono a riroso.
L'idocolonterapia, prevede l'introduzione di h2o termostatata e preferbilmente sterile, ma attenzione... a pressione controllata. Viene utilizzata una sonda rettale a 2 vie: una di immissione e 1 di espulsione. viene introdotta l'acqua fino ad una pressione interna prestabilita, controllata da un manometro, poi viene aperto il rubinetto di uscita e si instaura un circolo di liquido pulito/sporco, fino al completo lavaggio del colon. Ci sono divese complicazioni al riguardo, ma mi dilungherei troppo nel date spiegazioni dettagliate.
Nella mia esperienza professionale come "clisterologo" :-) in reparti ospedalieri di chirurgia addominale, nei protocolli preoperatori di chirurgia del colon, è prevista la somministrazione per bocca di 2 lt di h2o addizionata con 8-16 buste di lassativo osmotico (selg o macrogol) in 4 ore seguito da 2 clisteri evaquativi da 2 litri a distanza di 2-4 ore (oltre al digiuno ovviamente). Talvolta, nonostante la preparazione venga fatta correttamente, l'intervento può saltare o venir ritardato per scarsa pulizia.
Ancora, molto spesso sui referti di esami diagnostici quali la colonscopia, si legge "esame eseguito in condizioni di scarsa pulizia del colon", quando la preparazione viene effettuata a domicilio dal paziente, che differisce rispetto all'intervento solo di un unico clistere evaquativo. In alcune aziende ospedaliere milanesi (san giuseppe, multimedica sesto s.g.) propongono la colonwash preparatoria agli esami proprio per questo motivo. quindi??? un solo clistere evaquativo effettuato con le indicazioni appena esposte, peraltro conformi il linea generale alla pratica ospedaliera, potrebbe non essere efficace per una completa e risolutiva pulizia del colon. In individui con stipsi cronica da lungo periodo, che hanno un'alimentazione povera di fibre, lo strato di muco stantio all'interno del colon potrebbe essere cosi denso da non disgregarsi in modo efficace con una sola somministrazione, ma potrebbero essere necessitare di più somministrazioni. Un consiglio: posizionare un colapasta (da usare solo per questa operazione) nella tazza del water, e controllare il prodotto espulso. Per controllo intendo visivo, olfattivo e di consistenza tattile. Potreste trovate delle sorprese.

Bene capiamo che un clistere è insufficiente, uno shank prakshalana è insufficiente, le fibre alimentari sono un toccasana per l'intestino, alimentazione corretta e bilanciata, vegan, ecc. sono la via per la detossificazione ed il recupero della mobilità intestinale e dell'igene interna. Quindi non resta che applicarsi, ripetere le pratiche con metodo, costanza e dedizione per la  "COLTIVAZIONE DELLA PROPRIA SALUTE".
Se uno non basta, molti aiuteranno. Pulizia interiore, cibo corretto, digiuni, ecc. tutti concorrono al recupero della salute come forza vitale e creativa.
Ho la massima fiducia in tutto questo, spero che per voi diventi lo stesso.

A presto Brothers in Health.

lunedì 5 marzo 2012

Estremista o non-estremista, questo è il dilemma!

Ciao a tutti, eccoci per il consueto post su un nuovo argomento di riflessione.  In questo caso l’argomento non è un “pre digerito” mutuato da altre fonti. Quindi quello che state per leggere è “farina del mio sacco” …. ma integrale!
Iniziamo col dire che mi sono convinto, attingendo da diverse fonti e prove dirette, che l’uomo è in fondo un animale frugivoro-erbivoro. Infatti il nostro organismo GODE nell’appropriarsi dei frutti (commestibili) degli alberi e delle foglie di alcune erbe (tipo le insalate). Per frutti intendo sia frutta secca che frutta fresca, che si modulata a seconda della stagionalità, cioè d’estate è prevalente la presenza di frutta fresca, succosa e dolce, mentre d’inverno prevale la frutta secca, ricca di grassi, minerali e carboidrati complessi. Partendo da questo mio presupposto, si potrebbe dire: “ecco il solito estremista! Solo frutta e verdura a foglia verde, e tutto il resto? Estremista!”. Per il “tutto il resto” rimando ad una trattazione successiva degli studi di Louis Kervran, scienziato francese della metà del ‘900. Qui ed ora, trattiamo dell’ “ESTREMISTA!”.
La domanda che mi sono posto è “ma se il mio presupposto  fosse vero, saremmo veramente degli estremisti? E detto tra noi, che male ci sarebbe ad essere all’estremo di una curva?”. Allora ho cercato inizialmente un qualche essere MAMMIFERO in una condizione di alimentazione più estrema della nostra. Mi è venuto in mente il panda, il simpatico mammifero “taoista” (bianco e nero) che si nutre di un solo cibo: foglie e steli di bambù (simbolo del WWF) Motivo per il quale si sta estinguendo, in quanto sparita la fonte di sostentamento sparisce anche la specie … e qui arriviamo ad un primo punto: “sopravvive la specie chi si adatta alle condizioni ambientali che mutano”. Noi siamo qui, quindi ci siamo adattati e con successo. Ma su questo punto ci ritorneremo dopo. Quindi il panda si trova sicuramente ad un estremo più pericoloso del nostro essere frugivori-erbivori.
Poi ho cercato un qualche essere sull’altro estremo, cioè che si ciba di tutto di più, e mi è venuto in mente il maiale. Poverino è diventato oltre che cibo umano, anche il sinonimo di chi mangia senza limite di quantità e di qualità. Inoltre il maiale è anche coprofago, cioè mangia la cacca! Beh, più di così non si può. Mangia frutta, verdura, carne, radici e la cacca. Lui è sicuramente ONNIVORO (cioè che si ciba di ogni cosa possibile).
Bene abbiamo stabilito i due estremi, ai quali l’uomo con entrambi i suoi tipi di alimentazioni (frugivora-erbivora, “pseudo-onnivora”) non appartiene. Ma allora dove ci posizioniamo. Abbiamo capito che siamo nel mezzo, ma dove?
Per stabilirlo ho adottato due criteri di quantificazione, i TIPI di cibo (vegetale, animale, coprofago, ecc.) ed il numero di FONTI che offrono tale cibo. Applicandolo ai nostri due amici animali di prima otteniamo:
  • Panda à 1 tipo; 1 fonte à selettivo
  • Maiale à 4 tipi; n fonti. à onnivoro-coprofago

Per chiarire il modello, riporto nello schema altri animali di riferimento, ma giusto per visualizzarne l’alimentazione ed il loro posizionamento. Tra questi c’è anche l’animale umano, che come potete vedere tutto è tranne che agli estremi (come già evidenziato prima).
Ho quindi ordinato il tutto secondo una classificazione basata sui due attributi (tipo, fonte) e la categoria (selettivo, non-selettivo, onnivoro, ecc.). Cosa vuol dire “1 Tipo; n Fonti”? Vuol dire che, ad esempio, il leone si nutre di carne, ma non solo di un'unica fonte di cibo (solo gazzelle, solo zebre, solo elefanti, ecc.), ma di varie fonti a seconda delle disponibilità e necessità. “3 Tipi n fonti”, invece si riferisce a frutta, vegetali e cibi animali, e diverse fonti di disponibilità.

Beh ora è un po’ più chiaro e sembra che l’uomo, posizionato più o meno nel mezzo, si sia allontanato dalla sua dieta omo-compatibile (ma non di tanto) introducendo fonti di cibo di derivazione animale (secondo il mio modello).

Quindi la domanda successiva è: "ma perché l’ha fatto?". Se è vero che il cibo giusto da forza, salute, longevità, intelligenza, ecc. perché ha voluto perdere tutto ciò? L’umanità ha adottato una alimentazione che ha scambiato la salute e la longevità sul lungo periodo in cambio di … ovvio! La SOPRAVVIVENZA della specie a breve periodo. Se stai morendo di fame e DEVI sopravvivere, come i protagonisti di Alive) ti riduci anche a mangiare un tuo simile! (la natura non è ne buona né cattiva, ma funzionale). Quindi abbozzo un’ipotesi di fantasia:

l’ominide è un primate frugivoro. Glaciazione  à  la vegetazione va al collasso. I grandi animali come i dinosauri (erbivori e carnivori) si estinguono. Necessitano di troppe risorse e se gli erbivori scompaiono, subito dopo è il turno dei carnivori … cioè la catena alimentare si interrompe. L’ominide è più piccolo, necessita di minori quantità di cibo ed energia ed in carenza di vegetazione si rivolge alle fonti animali a lui abbordabili: carcasse, uova, volatili e piccole bestiole.

Il mistero sembrerebbe risolto … e forse è proprio così semplice. Chissà?!
Mi ricordo l’osservazione di un antropologo: “l’uomo non domina il pianeta perché è l’essere più intelligente, ma perché è il più aggressivo”. Adattamento, manualità, socialità e l’aggressività data dalla nuova dieta carnea fa dell’ominide l’essere più temibile del pianeta Terra, che quindi ha maggiori chance di sopravvivenza in condizioni critiche. La natura ci ha fatto straordinariamente meravigliosi se siamo riusciti a fare tutto ciò. Poi le varie necessità sociali, il poter accedere con regolarità a cibi indipendentemente dalle stagioni, ecc. ci hanno fatto diventare stanziali e coltivatori, favorendo ulteriormente lo sviluppo della specie e della società.
Però … Però l’organismo non si è adattato ai nuovi cibi. La prova? Ci ammaliamo!
Però … Però non siamo più in condizioni di sopravvivenza, giusto? Siamo in condizioni di abbondanza, quindi perché continuiamo a proseguire sul percorso di una alimentazione che ci uccide in fretta e con sofferenza, quando invece potremmo tornare alla nostra naturale alimentazione per vivere a lungo, forti , belli e soprattutto SANI?!
Abitudine, cultura erronea, interessi commerciali, paura  e chi più ne ha più ne metta, ci tengono bloccati in questa situazione di specie misera e malata.
Se mi sono spinto oltre con il ragionamento e la fantasia, sono sicuro che me lo farete notare, intanto aspetto numerose le vostre riflessioni a riguardo. A presto cari ...