The China Study: il salvavita

giovedì 27 maggio 2010

Qualità del cibo

Quando si parla di quantità, è semplice definirla mediante unità di misura di vario tipo, ma per la qualità è molto più difficile, perché maggiormente soggetta a giudizio personale.
Alcuni indicatori della qualità potrebbero essere l'aspetto, il sapore, l'odore, indicatori che in un'epoca preindustrializzata erano ottimi per determinare la qualità del cibo. I nostri sensi sono gli strumenti naturali con i quali facciamo esperienza e giudichiamo il mondo che ci circonda.
Ma siamo in un'epoca industriale, quindi dobbiamo fare i conti con deodoranti, insaporitori, coloranti, conservanti, acidificanti, aromi "naturali" e chi più ne più ne metta.
Ma procediamo per gradi. Per affrontare questo discorso così delicato, ho bisogno di definire alcuni presupposti.
La prima premessa è un fatto inequivocabile: se qualche cosa non cresce, muore. Vale per tutto ciò che vive. E' importante saperlo, in quanto la natura prevede, nella perfetta ecologia di tutte le cose, il riciclo di ciò che non è più in crescita. Prendiamo un frutto, cresce fino a maturazione, quindi cade dal proprio albero, e, senza nutrimento, inizia la sua lenta ed inesorabile morte (decomposizione), nutrendo altri individui (batteri, piante e affini). Interessante notare che la decomposizione inizia proprio quando il frutto è arrivato al massimo della sua maturazione, proprio come descritto dal TAO. Comunque.
Il secondo presupposto è che una società a fini commerciali o industria, ha come unico e principale scopo quello di accumulare capitale, cioè guadagnare denaro. Il guadagno è dato, in modo sintetico, dalla differenza tra il prezzo del prodotto ed il suo costo per la quantità venduta: Guadagno = (Prezzo - Costo) x Quantità. Tra i costi vi sono una miriade di voci, tra le quali anche la perdita della merce. Il guadagno lo aumento se aumento le quantità vendute, se aumento il prezzo e se riduco il più possibile i costi, tra cui le perdite di prodotto. C'è anche un'aspetto più sottile però. Dato che il cibo si vende a peso, più è grande ogni singolo prodotto (frutto, ortaggio, ecc.) più guadagno, perché per unità raccolta ho un peso maggiore.
E qui arriviamo al dunque. Un'industria alimentare guadagna se vende pesi maggiori, in minor tempo e senza buttar via nulla. Per ottenere questo risultato deve produrre il massimo possibile per unità di terreno. Non può aspettare i tempi di nascita, crescita e maturazione e dimensioni naturali. Non può permettersi di lasciare la merce sugli scaffali e nei magazzini a marcire perché invenduta. Però deve rendere i prodotti appetibili e grandi, altrimenti nessuno li compra. Nei prodotti lavorati deve poter ottenere quanto più prodotto derivato possibile, azzerando gli scarti, se possibile. Ad esempio l'estrazioone dell'olio di oliva viene fatto con l'esano (derivato del petrolio) che in teoria poi viene eliminato con gli oltre 8 trattamenti che l'olio subisce, tra cui deodorazione! Chissà che buono?!
Per massimizzare gli interessi economici devono quindi "sconfiggere" la morte degli organismi naturali utilizzando trucchi da fattucchiere con pozioni magiche che la biochimica gli permettono di trovare alterandone, ovviamente, le proprietà. Questo è sempre stato fatto dalla notte dei tempi. I primati mangiano ciò che trovano sugli alberi. E' plausibile che all'inizio della storia dell'umanità fosse così anche per l'Homo Sapiens. Poi ci siamo posti il problema di affrontare i periodi di "magra", quindi mettere da parte il cibo (come fa Scrat con le sue ghiande). Abbiamo cominciato ad inventare metodi di conservazione, tra i quali l'essicazione, la cottura, il sottosale, il sottolio, in salamoia, ecc. Questi trattamenti, che poi approfondiremo al più presto, possono forse essere considerati ancora ancora "naturali". Oggi la tecnologia biochimica invece tende a cambiare completamente la natura del cibo per evitare che decada, marcisca, e venga buttato. Un mio amico mi ha fa notare : "se metti della margarina sul davanzale con del burro di fianco, la margarina non ammuffisce. Di fatto nemmeno la muffa (che è un organismo vivente) la vuole perché è sostanzialmente plastica!"
Beh questo mio amico ha centrato il punto: si cerca di far diventare talmente "finto" il cibo che nemmeno la muffa lo vuole più. Fintanto che il cibo è in uno stato vitale, si difende da solo dall'attacco dei miceti o dei batteri. Ma ad un certo punto non è più vitale, ed i microrganismi cominciano a fare il loro sporco lavoro. Trasformare.
L'industria del cibo quindi prende cibo vitale rendendolo mummificato per fargli superare indenne giorni, mesi, anni di morte!
Ora veniamo alla questione dei volumi e del tempo per produrli. Qui un'altro amico mi viene in aiuto, a mia insaputa. Una sera a cena, chiacchierando, mi dice: "Tu non sai cosa usano per far crescere gli ortaggi! Io ho il mio campo che coltivo con il letame di vacca, ma un giorno arriva un conoscente che mi fa vedere il suo orto concimato con basi azotate. Ortaggi enormi fatti e finiti in 2 giorni anziché 2 o 3 settimane. L'ho visto io con i miei occhi!".
Ora secondo voi, in quella zucca oltre l'acqua, cosa c'era? nulla di buono ovviamente. Non ha preso sole, sali minerali, oligoelementi, non ha sintetizzato vitamine, ecc. per 2 o 3 settimane. Ha fatto tutto in 2 giorni!, cioè in quasi un decimo del tempo necessario. Quale sarà la qualità? La conosciamo bene: "cara, ma questa verdura non sa di nulla! sembra acqua sporca... " o per la frutta "ma che schifo 'ste fragole, dentro sono bianche e dure, e fuori sono rosse. Sono acquose e non sanno di niente! ".
Vi porto 2 esempi: le mele, anche alcune famose trentine, vengono coltivate secondo queste logiche e subiscono (tenetevi forte) una cosa come 40 trattamenti! Capito bene. Parola di un coltivatore diretto che ho conosciuto. Le fragole le tirano su con acceleratori della crescita, maturatori, coloratori (per dare quel bel rosso uniforme fuori), insaporitori, ecc. Ciò che mangiamo abitualmente, comprato al supermercato, è qualcosa che sembra cibo, ma non ha più nulla del suo potenziale biologico. La vita nasce dalla vita.
Questo senza tener conto dell'impoverimento del terreno e del sovrasfruttamento. Terreno impoverito di anno in anno, arricchito con concimi chimici, diserbanti, ecc. Ci sono animali che normalmente abitano il terreno quando questo è in salute (tipo i vermi da pesca). Gli additivi chimici fanno letteralmente scappare tutti questi organismi, se non li ammazzano prima.
Anche quando prendiamo frutta e verdura di stagione, ci ritroviamo davanti alle medesime logiche di business.

Questo per non tirare in ballo anche le ultime tecnologie degli OGM. OGM? Organismo Geneticamente Modificato. Ma questo è un eufemismo. I nostri geni sono in continua modificazione. Chiamiamoli come si conviene: Organismi TransGenici (OTG), cioè innestano tratti di DNA animale in DNA vegetale, brevettando l'innesto. Ma questo è un abominio! Chimere! Dicono (ufficialmente) che sono in dubbio gli effetti sull'organismo umano. Peccato che in tutte le occasioni in cui delle persone si sono nutrite con degli OTG o sono morti o hanno sviluppato della patologie degenerative. Gli esperimenti sui topi, invece, sono talmente falsati che potrebbero risparmiarsi di farli (parola della camera di commercio di Milano). Non fosse per il fatto che è il committente del test a produrre il cibo testato. E' come se l'oste chiedesse ad uno dei suoi camerieri se il cibo dell'osteria è buono. Chissà che riposta otterrebbe?!

Di seguito riporto la piramide della qualità del cibo secondo i principi di naturalità.
Vorrei quindi arrivare ad una conclusione sulla qualità del cibo.

Il cibo coltivato e derivato da coltivazioni industriali, è povero di nutrienti, ricco di additivi chimici, sostanzialmente mummificato, ed a volte anche di cattivo sapore.

Il cibo biologico, obbliga, come indicato dalla legge, all'assenza di additivi chimici e di prodotti OGM. Per questi ultimi, la schifezza che hanno fatto ultimamente è quella di consentire per contaminazione involontaria o tecnicamente non evitabile al massimo l'1% di prodotto OGM.
Il cibo biologico è più sano e più vitale (soprattutto frutta, verdura e ortaggi freschi), è sempre squisito e più buono del cibo da supermarket. Chi lo giudica male è perché non lo ha mai provato, quindi il mio consiglio è di provarlo almeno per un mese, così si ha un termine di paragone personale. Dietro c'è del business? Certo, è ovvio! Viviamo nell'era del denaro non dei valori morali. Però personalmente preferisco non avere la PAY-TV e mangiare BIO risparmiando anche sui farmaci! Sostengo il mercato del BIO (che è meglio per tutti) e se riesco compro direttamente dal produttore BIO (che così risparmio io ed è contento il coltivatore). Anche in questo mercato troviamo sofisticazioni alimentari, ma sono al 5% circa, rispetto al 20% circa del mercato tradizionale. Parola di BioAgriCert (ente certificatore).

Termino con questa considerazione: il cibo BIO non è perfetto, ma è migliore, quindi vale la pena provare. Ma soprattutto ricordiamo che NOI facciamo il mercato, e quando mangiamo 2 volte al giorno, noi votiamo! Infatti ogni volta che facciamo una scelta, è una preferenza che diamo all'interno del mercato. Questa è la nostra unica e grande forza.

Ed adesso una bella provocazione su cui riflettere:

Cosa "alimentano" le frecce?

Questa figura è di mia concezione e non è completa di ogni dettaglio possible. Vuole essere una prima indicazione su cui meditare. Quindi citando il buon vecchio Arbore: "Meditate gente, meditate!"

Oggi è il mio compleanno. Auguro a tutti "Lunga Vita e Proseprità".
A presto

4 commenti:

  1. La qualita del cibo induce sazieta , ingatti i cibi prelibati si assaporano e la ricerca del gusto raffinato conduce a mangiare per sfizio e non per fame rispondendo a concetti di equivalenza tra cibo e calorie . La Cultura Nutrigenomica porta a concepire il cibo come medicina naturale per la propria crescita sana e robusta fisicamente e mentalmente e riconosce nel gusto la vista l' odore gli indicatori di qualita che vanno raffinati per accertare la qualita e la salubrita del cibo . Collabora con Nutra Scienza su Facebook http://www.facebook.com/groups/195771803846822/

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    1. Ciao Paolo, un piacere sapere di altri punti di vista che percorrono altri sentieri per arriare sempre alle medesime conclusioni: semplice è sano. Però... permettimi di dissentire su "... riconosce nel gusto la vista l' odore gli indicatori di qualita che vanno raffinati per accertare la qualita e la salubrita del cibo ...". I sensi sono interpretati dai "circuiti" emozionali che si installano nella nostra mente durante la nostra vita. Il meccanismo è di fondamentale importanza in quanto il cucciolo apprende in questo modo dai genitori il cibo elettivo. Per noi invece il meccanismo si è rivoltato contro in quanto prima per necessità e poi per commercio viene sfruttato a vantaggio di terzi e non della salute. Questo per dire che davanti ad una bistecca potresti avere una reazione di piacere ed attrazione, acquolina, olfatto ed occhio ti dicono che è BUON CIBO! col cavolo! è veleno, ma la tua parte emotiva ti inganna a tua insaputa perché è stata programmata male. Quanto dici è supervero SE (condizione necessaria ma non sufficiente) ci si è liberati dai ganci emotivi legati al cibo. Allora l'istinto comincia a portarci verso il cibo elettivo, quello di cui abbiamo bisogno veramente. Quindi la tua affermazione è vera ma non in senso assoluto. Comunque grazie per il tuo saggio contributo.

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  2. "EATRAZIOONE" Attenti quando scrivete qualcosa.

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    1. Fantastico! la tua nota per correggermi l'errore "estrazioone", riporta essa stressa un'errore in più ... "eAtrazioone" :-)

      Quindi ti suggerisco di avere un tono più gentile e tollerante caro Anonimo, anche quando correggi gli altri giustamente.

      Comunque grazie per la tua segnalazione.

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