The China Study: il salvavita

sabato 16 aprile 2011

Igenismo alimentare: Vaccaro fa il punto della situazione

Mesi fa ho assistito alla conferenza di Valdo Vaccaro a Milano, noto igenista italiano, appassionato, a volte controverso, portatore di un pensiero e di verità scientifiche sconosciute ai più.
Ho trovato il suo intervento su nonsoloanima.tv.
Suggerisco a tutti, ma proprio tutti, di dedicargli questi preziosissimi 35 minuti di informazioni vitali.
Io posso testimoniare in prima persona la valenza dei principi elencati da Vaccaro. Dico sempre: "provare, se funziona funziona! Il resto non conta."
Ed ora vi lascio al filmato. Buona visione.


Codex Veganus from nonsoloanima.TV on Vimeo.

domenica 6 marzo 2011

Ma i medici hanno studiato chimica?

Rieccoci! Finalmente, scusate ma ho dovuto dare l'esame di chimica (inorganica, organica e biochimica...). Adesso però vi devo raccontare le mie scoperte "bio-chimiche". Di seguito riporto un approfondimento del testo "Fondamenti di chimica per naturopati" testo della scuola SIMO di naturopatia scritto da 2 chimici ed un medico, edizioni eNea. Quindi niente scuse, sono informazioni da fonti sicure.


L'argomento di questo post è il colesterolo. E chi lo nega, l'eccesso di colesterolo (alcol steroideo) è pericoloso per arterie ma non solo. E chi si occupa del metabolismo del colesterolo per l'organismo? Il fegato. Quindi vi riporto l' "aprofondimento 14-C - Il colesterolo" di pagina 253 del suddetto testo.

Il colesterolo nel fegato viene impiegato in buona parte per la produzione di bile, liquido di colore giallo verde immagazzinato nella colecisti tra un pasto e l'altro. La bile viene secreta nel duodeno per emulsionare i grassi alimentari e per renderli assorbibili dall'intestino tenue. Sempre grazie al potere emulsionante della bile, essendo insolubile come tutti gli altri grassi, il colesterolo segue il  flusso ematico avvolto in complessi di lipoproteine chiamati chilomicroni, prodotti e assemblati nell'epitelio intestinale durante la fase prandiale.
I chilomicroni inglobano trigliceridi e colesterolo e li veicolano ai capillari del tessuto adiposo e dei muscoli, dove al 90% sono utilizzati e immagazzinati. Le particelle rimanenti vanno  al fegato dove con altri trigliceridi, lecitina, proteine e colesterolo formano le VLDL  (Very Low Density Lipoproteins, lipoproteine a densità molto bassa). Queste percorrono la circolazione sanguigna fino ai siti periferici. Qui le VLDL sono idrolizzate dalla lipoproteinlipasi rilasciando gran parte del loro contenuto di trigliceridi che diffondono nei tessuti per utilizzo o deposito.
Le VLDL si trasformano così in IDL (Intermediate Density Lipoproteins, lipoproteine a densità intermedia), che normalmente non sono riscontrabili nel sangue. Le IDL sono idrolizzate a livello epatico  e convertite in LDL (Low Density Lipoproteins, lipoproteine a bassa densità).
Le LDL, che sono anche dette lipoproteine del colesterolo cattivo, trasportano il colesterolo dal fegato ai tessuti endocrini per la formazione di ormoni, alla pelle per la sintesi della vitamina D, al tessuto nervoso per la formazione delle guaine mieliniche. Le LDL possono trasportare anche tossine liposolubili, sostanze cancerogene e acidi grassi ossidati. Le LDL fuoriescono dalla circolazione e raggiungendo le cellule parenchimatiche del fegato, dove cedono il loro carico di colesterolo, si convertono in HDL (High Density Lipoprotein, lipoproteine ad alta densità).
Le HDL, anche dette lipoproteine del "colesterolo buono" hanno il compito di trasportare il colesterolo in eccesso, o necessario in caso di bisogno, dalle cellule adipose della periferia al fegato. Le HDL con il carico di colesterolo e le tossine liposolubili vengono a formare la bile che svolge la doppia funzione di emulsione dei grassi e di eliminazione delle sostanze nocive nelle feci.
Riassumendo il percorso metabolico del colesterolo può essere il seguente:

fegato/int. tenue --› chilomicroni --› VLDL --› ILD --› LDL --› HDL --› bile --› escrezione.

La formazione di HDL dipende essenzialmente dalla quantità di LDL ed è inibita dall'abbondanza di HDL causata da un insufficiente scarico di bile, ossia da un eccesso di colesterolo che viene riproposto alle cellule.
La densità a cui si fa riferimento parlando delle lipoproteine è legata al loro contenuto lipidico. In particolare la densità è tanto più bassa quanto maggiori sono i trigliceridi racchiusi all'interno della particella.
Possiamo raffigurare schematicamente nella seguente tabella il contenuto dei trigliceridi e del colesterolo nelle lipoproteine.

Il colesterolo deriva sia dall'alimentazione che dalla sintesi endogena. Gli alimenti ad alto contenuto di colesterolo sono quelli di origine animale, generalmente ricchi di grassi saturi come uova, burro, carni, salumi, formaggi ed alcuni crostacei. Circa l'80-90% del colesterolo totale viene prodotto autonomamente dal nostro organismo, soprattutto dal fegato ma anche dal surrene e dalle ghiandole sessuali spiegando il motivo per cui alcuni soggetti, nonostante un'alimentazione equilibrata e un regolare programma di attività fisica, abbiano livelli di colesterolo costantemente elevati. Quando la produzione endogena è fisiologicamente elevata,  come in questi casi, si parla di ipercolesterolemia familiare.
Qualunque sia la sua origine, l'ipercolesterolemia è caratterizzata da una concentrazione di colesterolo nel sangue (colesterolemia) superiore al valore normale. Il colesterolo in eccesso legato a tali lipoproteine tende ad accumularsi sull'endotelio delle arterie, formando aggregati sempre più densi fino a generare delle vere e proprie placche, dette ateromi. Queste placche fanno perdere la naturale elasticità delle arterie e possono causare gravi danni soprattutto al cuore (infarto) o al cervello (ictus).

OSSERVAZIONI

Faccio notare che SOLO nel caso si abbia un'alimentazione equilibrata, cioè che non introduce nemmeno quel 10-20% di colesterolo e che se si fa REGOLARE attività fisica, allora si può parlare di colesterolemia familiare. "Oggi la bistecca, domani la frittata, poi il formaggio, la pizza, il ragù, domenica la grigliata, e poi mi guardo la TV..." sono la norma.


Poi mi chiedo: ma se il colesteorlo è regolato dal metablismo del fegato, livelli elevati di colesterolo non sono l'indice che il nostro fegato è in grave difficoltà? Perché si fanno mille misurazioni ma questo indicatore così importante è contemplato solo come causa di arterosclerosi e non come indicatore della salute del fegato? L'intervento della medicina non è passare ad una dieta senza colesterolo (frutta e verdura) e fare una bella depurazione del fegato. Ci mancherebbe!... Meglio la pillola del colosterolo (velenosa) o le lecitine vegetali (utili ma non risolutrici).

In un altro passagio a pagina 208 il testo recita così:
I trigliceridi giocano un ruolo importante nelle patologie. Alti livelli di trigliceridi in circolo sono strettamente connessi all'arteriosclerosi, al rischio di infarto del miocardio e di ischemia cerebrale. Un'altra patologia causata dagli alti livelli di trigliceridi è la pancreatite.
Ultimamente un caro amico di famiglia ha subito l'asportazione del lobo sinistro del fegato perché in eccesso di calcoli ed affetto da pancreatite. Motivazione della patologia da parte dei medici... "non si sa, forse infezione virale." AH AH AH AH ...
Ma che cavolo hanno studiato all'università questi dottoroni!?! possibile che il troppo studio li renda del tutto ciechi???

Vorrei osservare che colesterolo e trigliceridi, vengono usati dal corpo per trasportare ed eliminare le tossine. Mi domando: "quando l'eccesso di trigliceridi viene conservato come riserva, formando la pancia, il salvagente, i fianchi, ecc. che indicatore è?" Secondo me indica inequivocabilmente l'accumulo di tossine, di un fegato in gravissima difficoltà (anche se le analisi dicono il contrario) e di un eccesso di grassi animali. Cioè "se il fegato non riesce più ad eliminare, stipa tutto nello sgabuzzino: la ciccia".

Chiudo osservando che il colesterolo è li precursore di ormoni steroidei (surreni) e sessuali (gonadi). Mi domando: "un eccesso di colesterolo non è che aumenta la carica aggressiva (adrenalina, noradrenalina dei surreni) ed iperattività sessuale (testosterone, ecc.)?". Come già avevo acccennato nel mio precedente post sulla carne, non mi sento di escludere questo legame sempre più evidente, e voi?

Per questa volta c'è anche fin troppo grasso che cola, quindi vi saluto fino al prossimo post.
Ciao a tutti!

mercoledì 5 gennaio 2011

Kauchacoff tradotto in parole povere ...

Nel post precedente ho allegato un articolo in inglese di Paul Kouchacoff. Visto che non si trovano riferimenti in merito in nessun sito italiano, per i non avvezzi alla lingua anglosassone, riporto la mia traduzione dell'articolo.

Faccio una breve premessa. Questo articolo sottolinea il risultato della ricerca degli effetti dei cibi cotti sul sangue, ma non prende in considerazione altri fattori, come il processo di digestione, come i sottoprodotti della digestione, come il potere nutritivo, ecc., degli alimenti considerati.
Quindi è un articolo di enorme interesse, ma pur sempre parziale.
Ed ora ... buona lettura!

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L'influenza della cottura degli alimenti sulla composizione ematica dell'uomo
di
Paul Kouchakoff (Suisse), M.D.
Dell’Istituto di Chimica Clinica, Losanna, Svizzera

Procedimento: Primo Congresso Internazionale di Microbiologia, Parigi 1930.

Traduzione a cura della Fondazione Lee per la ricerca nutrizionale, Milwaukee 1, Wisconsin

Traduzione italiana a cura di Stefano Gallone, Milano, Italia.

L'organismo vivente è molto sensibile a tutte le influenze nocive e reagisce contro di loro immediatamente. Lo vediamo quando facciamo un’analisi del nostro sangue durante semplici malattie infettive, quando sostanze estranee sono introdotte nel nostro sistema, ecc.. In tali casi il numero dei globuli bianchi cambia e il loro rapporto percentuale è alterato. Questa è una delle indicazioni di un processo patologico in corso nel nostro organismo. Anche dopo ogni razione di cibo, si osserva un aumento generale dei globuli bianchi, e un cambiamento del loro rapporto percentuale. Questo fenomeno è stato considerato, fino ad ora, fisiologico e si chiama leucocitosi digestiva. Usiamo, per il nostro cibo, alimenti crudi, prodotti alimentari alterati per mezzo di alte temperature e prodotti alimentari lavorati. Come fa, allora, ciascuno di questi alimenti preso separatamente ad agire sulla nostra formula ematica? Troviamo che, dopo aver ingerito alimenti crudi, né il numero di globuli bianchi, né il loro rapporto percentuale è cambiato. La semplice acqua potabile non bollita, acqua minerale, sale, diversi prodotti alimentari verdi, cereali, noci, miele, uova crude, carne cruda, pesce crudo, latte fresco, latte acido, burro - in altre parole, i prodotti alimentari nello stato in cui essi esistono in natura, appartengono al gruppo di quegli alimenti che non scatenano alcuna alterazione nella nostra formula ematica.
Dopo il consumo degli stessi alimenti naturali, alterati per mezzo di elevate temperature, troviamo che il numero complessivo dei globuli bianchi è cambiato, ma il loro rapporto percentuale è rimasto lo stesso.

Dopo il consumo di prodotti alimentari lavorati, non solo il numero di globuli bianchi è cambiato, ma anche il loro rapporto percentuale.

A questo gruppo appartengono zucchero, vino, cioccolato in tavolette, ecc.. Tutti i nostri esperimenti hanno dimostrato che non è la quantità ma la qualità del cibo che svolge un ruolo importante nella trasformazione della nostra formula ematica, e che 240 milligrammi o anche 50 milligrammi di prodotti alimentari producono la stessa reazione di grandi dosi degli stessi. Gli esperimenti dimostrano anche che la reazione nel nostro sangue avviene nel momento in cui il cibo entra nello stomaco, mentre la preliminare masticazione del cibo in bocca, riduce questa reazione.

Abbiamo già detto che gli alimenti crudi, modificati mediante le alte temperature provocano solo un aumento del numero complessivo dei globuli bianchi.

Ma questo fenomeno si verifica solo quando tali alimenti sono riscaldati al punto di ebollizione o si verifica lo stesso fenomeno a temperature più basse?
Sembra che ogni alimento abbia la sua propria temperatura da non oltrepassare con il riscaldamento, altrimenti perde le sue virtù originali e scatena una reazione nell’organismo. La semplice acqua potabile, riscaldata per mezz'ora a una temperatura di 87 °C non cambia la composizione del sangue, ma questa stessa acqua, riscaldata a 88 °C, la modifica. Abbiamo dato il nome di "temperatura critica" al più alto grado di temperatura al quale un determinato alimento, può essere cucinato per una mezzora a bagno-maria (metodo di mettere una vaschetta di alimenti in un altro tegame contenente l'acqua per stabilizzare il calore da trasferire al cibo), e mangiato, senza cambiare la nostra formula ematica. Questa temperatura critica non è la stessa per tutti gli alimenti crudi. Essa varia in un intervallo di dieci gradi. La più bassa temperatura critica per l'acqua è di 87°C; per il latte è 88°C; per i cereali, pomodori, cavoli e banane, 89°C; per le pere, carne, 90°C; per il burro, 91°C; per le mele e arance, 92°C; per le patate, 93°C; per le carote, fragole, fichi, 97°C. I nostri esperimenti dimostrano che è possibile contrastare l'azione di un alimento, una volta che la sua temperatura critica è stata superata. Esistono leggi rigorosamente definite per tutto questo, e la temperatura critica qui svolge un ruolo primario. Infatti se un alimento cotto viene mangiato con lo stesso prodotto allo stato grezzo non c'è reazione.

Il prodotto crudo neutralizza l'azione che questo stesso prodotto cotto, per il quale è stata superata la sua temperatura critica, avrebbe scatenato. In altre parole, il prodotto crudo può, per così dire, ristabilire le virtù del prodotto alterato da una temperatura elevata. Una ri-attivazione è possibile anche quando due alimenti diversi sono ingeriti, ma con una condizione: la loro temperatura critica deve essere la stessa, oppure la temperatura critica del prodotto crudo deve essere superiore alla temperatura critica di quello surriscaldato.

Se la temperatura critica di un alimento crudo è inferiore a quella dell’alimento surriscaldato, la reazione si scatenerà sicuramente; in questo caso, anche l'aumento della quantità degli alimenti crudi non aiuta.

Questa legge rimane la stessa anche quando il prodotto crudo viene mischiato con diversi altri surriscaldati dalla stessa temperatura critica. Se diversi alimenti cotti vengono ingeriti, ciascuno con una diversa temperatura critica, insieme a cibo crudo, la reazione avviene ugualmente, anche se l’alimento crudo ha una temperatura critica superiore a quella di alcuni degli alimenti cotti.

Ora passiamo al 3 ° gruppo di alimenti, come lo zucchero, vino, ecc.,  ottenuti da processi produttivi complessi, e che producono la doppia reazione nel nostro organismo. Questi prodotti possono essere consumati senza scatenare alcuna reazione, ma solo quando vengono introdotti nel nostro organismo congiuntamente con almeno due alimenti crudi di una diversa temperatura critica. Anche un solo prodotto grezzo ha un effetto benefico su questo 3 ° gruppo, e li priva di una delle loro proprietà, cioè la capacità di alterare il rapporto percentuale dei globuli bianchi.

Per quanto riguarda le proporzioni in cui gli alimenti crudi devono essere aggiunti agli alimenti cotti, vi è un minimo non riducibile. Per l'acqua, per esempio, è del 50%.

CONCLUSIONI: Dopo più di 300 esperimenti su dieci individui di diversa età e sesso, siamo giunti alle seguenti conclusioni:
  1. L'aumento del numero di globuli bianchi e l'alterazione del loro rapporto percentuale che ha luogo dopo ogni pasto, e che è stato considerato finora come un fenomeno fisiologico, è, in realtà, qualcosa di patologico. Esso è scatenato dall'introduzione nel sistema dei prodotti alimentari alterati per mezzo di alte temperature e da trattamenti complessi dei semplici prodotti della natura.
  2. Dopo il consumo di prodotti alimentari freschi crudi, prodotti dalla natura, la nostra composizione ematica non cambia in alcun lasso di tempo, né in conseguenza di qualsiasi combinazione.
  3. Dopo il consumo dei prodotti alimentari naturali, ma modificati per mezzo di alte temperature, si manifesta un aumento del numero generale dei globuli bianchi, ma il loro rapporto percentuale rimane lo stesso.
  4. Dopo il consumo di prodotti alimentari naturali alterati dai processi di produzione industriale, si manifesta un aumento del numero complessivo dei globuli bianchi, nonché un cambiamento nel loro rapporto percentuale.
  5. E 'stato dimostrato che è possibile ingerire, senza cambiare la composizione ematica, ogni genere di prodotti alimentari che è abitualmente consumata, ma solo seguendo questa regola: - devono essere ingeriti insieme agli alimenti crudi, secondo la formula descritta.
  6. In un organismo sano, con il consumo di un alimento, non è possibile modificare il rapporto percentuale dei globuli bianchi, senza aumentare il loro numero complessivo.
  7. Gli alimenti non sembrano avere alcuna influenza sulla eosinofilia transizionale e polimorfonucleare (variazione dei leucociti, ndt) ed il loro rapporto percentuale non è alterato.
  8. Possiamo cambiare la nostra formula ematica nella direzione che desideriamo con la dieta opportuna.
  9. L’esame del sangue può essere significativo, come diagnosi, se è fatto a stomaco vuoto.

Alimento
Temperatura critica (°C)
L'acqua potabile
88°C
Latte
88°C
Cereali
89°C
Pomodori
89°C
Cavolo
89°C
Banane
89°C
Burro
91°C
Mele
92°C
Arance
92°C
Patate
93°C
Carote
97°C
Fragole
97°C

Ristampa No. 101
prezzo 100 centesimi
Fondazione Lee per la Ricerca Nutrizionale,
Milwaukee 1, Wisconsin

martedì 4 gennaio 2011

La verità nuda e cruda ...

Ciao a tutti cari amici. L'assenza è stata lunga, ma ho dei buoni motivi: sto studiando naturopatia e sto preparando chimica (inorganica, organica e biochimica) oltre a lavoro e famiglia. L'impegno quindi è grande. Inoltre ho cercato sul WEB a 360 gradi per fornirvi delle informazioni scientifiche sui contenuti che seguono.

Prima qualche novità. Ho inserito un bel plug-in che vi permette di ascoltare il post senza doverlo leggere. E' un lettore automatico gratuito, a mio parere abbastanza buono, anche se a volte è spassoso. Adesso veniamo a noi.

La tesi del post è che il cibo crudo è più digeribile, salutare e nutriente di un cibo cotto. Ma cominciamo dall'inizio.

Intanto crudo significa non cotto, cioè, secondo le temperature presenti nel nostro abitat naturale, non abbia superato i 50 gradi centigradi.

Tutti sanno che la cottura distrugge le vitamine, la quota è di circa 80% di vitamine "bruciate" sul totale (alcune anche al 100%). Ma non tutti sanno che ciò che perdiamo a temperature superiori a 40-45 gradi sono gli enzimi.

Cosa sono gli enzimi?! ...

Gli enzimi sono dei catalizzatori, acceleratori, di reazioni chimiche e biochimiche. Accelerano la reazione interessata fino a 1000 volte, abbassando al minimo l'energia necessaria per l'attivazione. Quindi una reazione che necessita di una temperatura elevata per l'attivazione e si svolge in un secondo, con l'enzima giusto potrebbe impiegare un millesimo di secondo a temperatura ambiente.
Capite bene che gli enzimi per la nostra vita sono di importanza fondamentale, visto che nel nostro organismo avvengono molte migliaia di reazioni chimiche.
Da notare che gli enzimi non si consumano durante il loro lavoro, ma i coenzimi (cioè elementi chimici necessari alla funzione specifica dell'enzima) si. Questo porta ad un aumento dei tempi di digestione (insieme di reazioni chimiche il cui obiettivo è liquefare le sostanze solide per essere assorbite dai tessuti) ed un impiego molto superiore di energia. Infatti i cibi crudi contengono al loro interno gli enzimi per la propria digestione. Perfezione della natura!


L'altro aspetto è che i cibi cotti si "svuotano" di acqua e relativi sali minerali. Questo è facile verificarlo. Mettete in una pentola della foglia verde, per esempio spinaci freschi, e fateli cuocere. Il volume diminuirà moltissimo, ma in compenso avrete un "sughino", cioè l'acqua fuoriuscita dalla pianta. Ora, quell'acqua uscendo ha trascinato via i sali minerali, che però non sono più assorbibili come dalla pianta nel suo stato originale.

Un'altra cosa interessante che forse non tutti sanno è che il cibo cotto viene riconosciuto dall'organismo umano come un "aggressore". Infatti Paul Kouchacoff nel '30 scopre attraverso alcuni esperimenti che se una persona ingerisce cibo cotto, aumenta il numero e la concentrazione di leucociti nel sangue. La stessa reazione che si ha quando si subisce una aggressione da un agente esterno patogeno. Questo ci dice che il cibo cotto non solo è poverissimo di nutrienti (perdita di proteine, vitamine, enzimi e minerali) ma inoltre è non compatibile con l'organismo umano.

Ci poniamo quindi la domanda: perché cuciniamo?

Al dubbio rispondo che, secondo me, è solo una questione culturale, psicologica e di mal'informazione, come càpita spesso in questi casi. Un esempio su tutti, i peperoni: quelli crudi risultano molto più digeribili di quelli cotti (vedi la squisita ma "pesante" peperonata).  Così è per la maggior parte degli ortaggi e delle verdure. Io credo che la consistenza "pre-masticata" un po' molliccia di un cibo cotto ci induca a pensare che sia più digeribile. In effetti in natura i cibi più morbidi (acquosi, come la frutta) sono più facili da mangiare: un caco maturo è più semplice da mangiare ed assimilare di una carota che bisogna masticarla energicamente.
Oppure forse perché con la cottura rendiamo commestibili alimenti che per natura non dovremmo mangiare? (la melanzana ne è un esempio). Io credo che non dovremmo mangiare cibi che necessitano di cottura. Questo perché non è un procedimento presente in natura, e la nostra leucocitosi ne è una dimostrazione oggettiva.

La mia tesi è che la cottura, processo di ossidazione ad alta temperatura, cambia la natura del cibo con l'obiettivo di migliorarne la conservazione. Il fatto è che poi a questa conservazione ci si è abituati, come tante altre cose, ma l'organismo non vi si è adattato.
Credo anche vera l'idea che la vita può nascere solo dalla vita. Se cuciniamo un cibo questo verrà ucciso (facile dimostrarlo: prendete un seme, ne fate un bollito, poi lo piantate... niente. Non crescerà niente). Il cibo vivo è ricco di vitamine, enzimi, di acqua-organica, di minerali-organici, cellule integre, ecc. ecc. ... Da questo cibo nasce la vita, e la salute. Dal cibo morto, non nasce nulla, e si sviluppa la malattia.

Però c'è un modo per poter godere anche del cibo cotto senza abusare troppo del nostro organismo e del sistema immunitario. Il trucco sta nel mangiare almeno il 51% in peso a crudo di cibo crudo, ingerendolo prima dei cibi cotti oppure dello stesso tipo contemporaneamente. Quindi ad esempio aprire il pasto sempre con una abbondante insalata verde (o di ortaggi misti) prepara l'apparato digerente ad accettare il cibo cotto. Infatti la leucocitosi in questo caso ha un andamento più modesto.

Per capire se tutto ciò ha un fondo di verità non resta che informarsi autonomamente o sperimentare (... che non fa male). Potete consultare qualche articolo specifico oppure iniziare da questo di Kouchacoff che vi allego di seguito (...che fatica trovarlo!):




Per concludere, voglio lasciarvi un semino... vivo. Dopo queste feste che hanno messo a dura prova gli apparati digerenti di tutti, per dare un po' di sollievo all'organismo (... e ve ne sarà grato) fate un paio di settimane a sola frutta e verdura crude combinate nel modo giusto. Di certo vi sentirete meglio ad ogni pasto e magari andrà meglio anche qualche acciacchìno.

lunedì 1 novembre 2010

... qui c'è troppa carne al fuoco !!!

In questo post voglio affrontare un discorso molto molto delicato. La nutrizione moderna è fondata su 4 pilastri: carne, grano, latte e derivati, dolci. Frutta  e verdura sono relegati alla posizione di contorno o chiusura.

Sul latte già ho espresso la mia opinione, adesso è il turno della carne.

Dovete sapere che ero un carnivoro convinto e soddisfatto. Un bel filetto al pepe verde o una bella fiorentina al sangue appena cotta con patate al forno. Per i carnivori queste cosiddette pietanze sono delle vere leccornie. Ma poi ho iniziato a studiare alimentazione e nutrizione e, scoprendo cose interessanti, sono diventato vegano (cioè mi alimento senza proteine animali di nessun tipo).
Per diventare vegetariani ci sono ben 3 motivi:
  1. la salute
  2. l'aspetto morale
  3. l'ecologia
Partiamo dal primo.

La salute
Molti sono convinti che l'uomo sia un animale onnivoro, ma diverse prove scientifiche dimostrano senza il benché minimo dubbio che non è così.
Dal punto di vista della nostra anatomia la carne è fuori luogo in quanto:
  • i denti ci dicono che la parte anteriore è fatta per incidere e dividere (come i denti del cavallo), la parte posteriore è fatta per macinare essendo di forma cilindrica. Inoltre la mascella si muove lateralmente, proprio per effettuare il movimento a macina. La dentatura di un carnivoro non ha queste caratteristiche ed i denti sono tutti di forma conica/lama per lacerare e strappare.
  • L'apparato digerente umano è molto lungo, il solo intestino è in proporzione col tronco in rapporto maggiore rispetto a quello dei carnivori. La carne in fase di digestione produce acido fosforico, putrescina e cadaverina, che sono i residui della putrefazione carnea. I carnivori hanno un intestino più corto per liberarsi in fretta dei residui tossici. L'intestino dei carnivori è molto più acido di quello degli erbivori/frugivori per digerire anche ossa e scorie pericolose.
  • Il fegato negli uomini non può sintetizzare la vitamina A, come negli erbivori. Nei carnivori si.
  • Non abbiamo artigli, canini accuminati e grandi.
Queste semplici osservazioni oggettive ci dicono che non siamo carnivori/onnivori. Ma allora perché mangiamo carne?
Perché come specie abbiamo dovuto sopravvivere, e quando in epoche remote non c'erano frutti, ortaggi, ecc. ci siamo adattati ed abbiamo mangiato prima le uova (facili da reperire), poi i piccoli uccelli ed i pesci, e poi animali più grandi.
Certo in caso di sopravvivenza possiamo mangiare anche la carne (meraviglie dell'organismo umano), ma nutrirsi di carne anche in caso di abbondanza di vegetali è, secondo me, un errore grossolano.
Vi ricordate il film Alive dove una squadra di rugby resta sulle Ande dopo un incidente aereo e si ciba dei compagni morti per sopravvivere? Non è che una volta tratti in salvo hanno continuato a mangiare persone! Noi invece come specie perseveriamo nell'errore. Complimenti!

Inoltre, e questa forse in pochi la sanno, l'anemia si cura smettendo di mangiare la carne! Eh già, il contrario di quello che ci dicono. Le proteine della carne animale sono diverse da quelle umane, quindi il corpo deve usare le sue risorse per poter smontare e rimontare le proteine come necessita. Nutrendosi di foglia verde, invece assumiamo clorofilla che ha gli stessi componenti dei globuli rossi in forma più semplice (cioè già smontata, le porfirine), quindi è più idonea a "fare sangue". Inoltre l'acidificazione indotta dal consumo di carne fa usare i sali (compresi quelli di ferro e l'emoglobina) per ristabilire l'omeostasi alcalina. Da qui l'anemia. Mia moglie è l'esempio vivente di tutto questo. Anemica da sempre (con qualsiasi rimedio scientifico), smette di mangiare carne e voilà: ferro, emoglobina e ferritina tutti tornati nella norma. Mai accaduto prima... Miracolo!!!

Per l'apporto di proteine, dichiaro senza paura di smentita, che la carne è sopravvalutata. Primo all'uomo bastano dai 0,5 ad 1 grammo per chilo di proteine al giorno, e poi considerate che nel latte materno per far crescere un neonato ci sono solo il 2% di proteine. Anche in frutta, verdura, ortaggi, noci, semi, ecc. ci sono proteine, e sono in combinazione perfetta per la nutrizione umana.

Inoltre i carnivori, non mangiano il muscolo. Nei carnivori il capobranco che si ciba per primo, mangia l'animale ancora caldo e ne consuma principalmente le interiora crude (molto più ricche di nutrienti dei muscoli). Al branco poi lascia la parte meno pregiata: i muscoli.
Noi mangiamo principalmente i muscoli dell'animale e cotti o trattati, cioè distrutti di tutti i possibili nutrienti, per pochi che siano.

Siamo necrofagi. Mangiamo animali morti ormai da tempo, conservati con processi di mummificazione moderna. Secondo voi come potrà essere la nostra salute?

La morale
L'aspetto morale è il cavallo di battaglia dei vegan, a mio avviso un po' debole come motivazione al cambiamento, ma comunque è una questione più che vera.

Gli animali da allevamento sono maltrattati in tali atroci modi paragonabili solo ai campi di sterminio della seconda guerra mondiale. Ma lo sapete che vengono nutriti in modo talmente "disumano" che arrivano a pesare così tanto da non riuscire a stare più in piedi sulle loro zampe? Oppure fanno dei buchi all'altezza dello stomaco, che poi tappano con del silicone, per verificare e sbloccare eventuali intoppamenti? Sono scene raccapriccianti. Per ucciderli li trascinano a forza e con pareti mobili di acciaio li immobilizzano per poi sparagli in testa. E tutto questo per una bistecca di cui si può fare tranqiullamente a meno? Chi è la vera bestia qui?

Noi specie umana siamo la peggiore delle bestie infernali per questo pianeta. Ci meritiamo l'estinzione senza possibilità di appello.

Questo però ha anche un riscontro sulla salute. Durante questo gentile trattamento, l'animale non è tranquillo, ma è a dir poco terrorizzato. Le sue surrenali pompano adrenalina, il cuore va a mille. Le scariche ormonali di paura, aggressività, sono al massimo. In questo stato l'organismo smette le normali funzioni di digestione, di eliminazione delle scorie, e dirotta tutte le risorse alla ricerca della sopravvivenza. Poi muore.

Nella carne troveremo tutto questo, scorie ed ormoni che interferiranno con il nostro sistema ormonale. Assumeremo atteggiamenti aggressivi, di tensione dovuta alla paura delle cose più banali. Chiedete in giro, i vegetariani sono noti per essere "mediamente" più pacifici. Questo è dovuto anche ai suddetti motivi. Test negli USA hanno confermato che una dieta vegetariana data in una scuola per ragazzi caratteriali ne ha cambiato talmente il comportamento da non avere più problemi dal punto di vista di relazione (cfr Super Size Me).

Per non parlare poi dei contenuti di ormoni della crescita (vedi bambini che hanno sempre più sviluppi fisiologici precoci), antibiotici, o veleni vari dovuti ad alimentazioni innaturali dell'animale (vogliamo parlare di dare farine animali ad animali erbivori? ... è una mostruosità abominevole, in nome del commercio ...).

L'ecologia
Questo è l'aspetto per me più incredibile. Scopro guardando un documentario che i gas prodotti dagli animali dovuti ai processi di digestione inquina più di tutte le fabbriche ed i trasporti del mondo. Cosa?! le puzze ed i rutti delle vacche (e non solo)? Maddai!
Eppure è così.
Il metano prodotto nei processi digestivi produce più di 1/3 dei gas serra dell'intero pianeta. Contando poi che per alimentare questi animali si radono al suolo le foreste per coltivare la soia/mais, il conto è presto fatto.
Mangiare una bistecca di carne, o altro derivato animale, inquina il pianeta più di farsi un giro in macchina.
Inoltre il cibo vegetale che potrebbe sfamare l'intero pianeta, viene dato agli animali di cui ci cibiamo. Ma è una follia! Do la soia/mais al manzo e poi mi mangio il manzo? E perché non mangio la soia/mais direttamente? Maggiore salute, minore inquinamento, minore crudeltà. Facile no?



Ultima osservazione. In natura devono conservarsi gli equilibri dinamici, altrimenti il sistema si rompe. In questo caso il numero di predatori (noi, gli "umani") deve essere in numero molto inferiore delle prede. Se questo equilibrio si rompe, le prede scompaiono, e quindi anche il predatore. Bene, grazie alla rivoluzione cinese, indiana, ecc. ci sono sempre più consumatori di carne... secondo voi quale sarà l'epilogo? Più consumatori di carne, più manzi/altro, più campi di soia/mais, più deforestazione, più metano meno ossigeno. Non è difficile prevedere l'esito di tale processo.

Bene, ho finito. E meno male direte voi.
Ero carnivoro convinto, ma la forza dei risultati, le osservazioni empiriche, le esperienze dirette, gli esperimenti che ho (abbiamo) fatto semplicemente provando a cambiare (gradualmente), gli studi sull'argomento, i documentari, mi hanno fatto capire quanto la strada vegana sia la più vicina alla salute ed una convivenza armoniosa con l'ambiente circostante. Il vegetariano (o meglio vegano) non ha carenze se si nutre correttamente usando anche semi oleosi, frutta secca, alghe (buonissime tra l'altro), ecc. e non è frustrato perché la dieta è monotona. Semmai è il contrario: colori, sapori, sensazioni incredibili sono nascoste nei vegetali che pian piano stiamo dimenticando. Ma ci vuole un pochino di volontà, di voglia di sperimentare e soprattutto di mettere in discussione se stessi ed i paradigmi conosciuti fino a questo momento.

No mi resta che augurarvi: Buon appetito!

domenica 10 ottobre 2010

Acida sempre uh uh uh ... Acido, acida ...

Quante cose di cui parlare e quanto poco tempo per scriverle. A questo giro propongo il tema dell'acidosi organica.

Quello che dovreste sapere è che  quasi tutto il corpo, come ad esempio il sangue, è basato su un sistema in equilibrio che si attesta attorno ad una acidità tra pH 7.35 e 7.45. Quindi pH leggermente alcalino (basico). Al di fuori di questo range, l'organismo umano, muore  oppure si ammala molto molto gravemente. Quindi l'organismo fa di tutto per poter mantenere questo equilibrio che consente il funzionamento di tutti i processi funzionali vitali.

Il fatto è che il cibo che ingeriamo impatta notevolmente sul livello di acidità del corpo e quindi l'organismo utilizza tutti i mezzi che ha a disposizione per mantenere l'omeostasi.

Ci sono dei meccanismi che tamponano l'acidificazione, tra i quali l'uso di sali minerali (per es. il fosfato di calcio) come spiegavo nel post del latte, la respirazione ed il trasporto dell'ossigeno e della CO2, ecc. Da qui in poi si fa più complicato il discorso, quindi soprassiedo, ma è facilmente reperibile su qualsiasi libro di fisiologia e affini.

Le conseguenze dell'acidificazione sono diverse, ma principalmente si riscontrano un indebolimento delle difese immunitarie, stanchezza psico-fisica e muscolare, demineralizzazione dei denti (carie), artriti e produzione di muco.
Si esatto muco. Il muco, prodotto dalle mucose che ci impasta gli occhi al mattino, quello che ci tappa il naso, che ci tappa le orecchie o ci ingorga la gola. Certo ha "forme" diverse perchè è relativo a distretti funzionali differenti, ma è sempre espressione mucogena delle mucose.
Il muco è il secondo mezzo preferito dal corpo per eliminare le tossine in eccesso. Il primo sono gli organi emuntori (pelle, fegato, reni, polmoni, intestino crasso) seguendo la loro funzione e canale principale. Chiaramente se le tossine e l'acidosi sono in eccesso, le mucose subentrano in forze espellendo anche loro attraverso il muco. Lo stesso accade per la pelle esterna (l'epitelio) attraverso il sudore e ... l'odore. Che bellezza, eh?!

Ci sono quindi cibi che sono più acidificanti (e muco-formanti) di altri. Il fatto è che se il muco è in eccesso vuol dire che anche la tossiemia è in eccesso e questa va ad interferire pesantemente con le funzioni fisiologiche dell'intero sistema.
Uno su tutti è il sistema immunitario, il quale se la spassa se c'è un ambiente pro-alcalosi, ma è in depressione se c'è un ambiente pro-acidosi. Il corpo cerca di mantenere il pH costante, ma mica ci riesce, quindi se la forza di acidificazione è maggiore della forza di de-acidificazione dell'organismo, l'ago della bilancia si sposta verso un ambiente meno alcalino nel range vitale. I reni che sono preposti al filtraggio del sangue, ad esempio hanno molta difficoltà a smaltire eccessi di acidità mentre gli è molto più semplice ribilanciare un eccesso di alcalinità. Insomma, acidificando remiamo contro il nostro stesso organismo ed il nostro sistema immunitario.

Tutto questo ribilanciare, ed espellere ovviamente costa energia e sostanze, sottratte a tutte la altre funzioni vitali, primarie e secondarie.

Facciamo però una piccola precisazione: acidificazione e formazione di muco non sono la stessa cosa, anche se sono correlate. Si riscontra dalle varie tabelle la seguente correlazione generale:
  • sono pro-acidosi e muco-formanti: le proteine animali e vegetali, i grassi animali, le farine raffinate ed i cereali, gli zuccheri raffinati, le spezie e/o droghe, gli additivi chimici. 
  • sono pro-alcalosi e non muco-formanti: la frutta e la verdura fresca matura, alcuni cereali integrali, alcune radici/tuberi (patate dolci, carote, topinambur) leggermente cotte.

Quindi cosa magiare? E qui le dolenti note per i promotori di diete onnivore moderne e non... Però io non voglio che voi cambiate, sarei già felice di avervi stimolato una minima curiosità o dubbio tale da farvi approfondire la questione, o quanto meno se vi doveste ammalare o siete immuno-depressi o generate muco come un blob fuori controllo, almeno una possibile motivazione l'avete... Il mio consiglio è dopo una buona lettura, provate e verificate di persona. Datevi qualche mese. Provare per credere.

Passiamo ora alla fatidica lista di orientamento generale:

Cibi pro-alcalosi
  • frutta fresca, limoni, pomodori, ecc. (pref. cruda)
  • frutti di bosco
  • verdura fresca (pref. cruda)
  • ortaggi, carote, ecc.
  • riso integrale saltato, 
  • grano saraceno,
  • castagne
  • yogurt magro fresco
  • olio ex di oliva , di semi di girasole, di lino, di vinacciolo spremuti a freddo
  • aglio
  • alghe
  • patate dolci
Cibi pro-acidosi
  • frutta secca
  • cereali
  • legumi
  • patate
  • carne (tutta)
  • frutti di mare
  • latte e derivati
  • dolci (tutti)
  • cacao e cioccolato
  • grassi saturi (e cibi fritti)
  • mais e polenta
  • sale
  • zucchero raffinato
  • farine raffinate
Dubbi
  • pesce (che però provoca muco).

Alcuni cibi ho preferito isolarli in quanto degni di nota. Come i limoni (sempre bio chiaramente). Il limone che è ha un acido notevole (l'acido citrico), in realtà dopo la digestione lascia ceneri alcaline, quindi promuove l'alcalosi. Anzi il limone è talmente eccezionale come cibo che aiuta ad eliminare la muco-tossiemia anche incrostata che abbiamo nel corpo (ad esempio nelle articolazioni), oltre ad aiutare nell'assorbimento del ferro contenuto nella verdura e negli ortaggi.

Ora, non è che si devono evitare tutti i cibi pro-acidosi o muco-formanti, però secondo la giusta combinazione degli alimenti si possono accoppiare i muco formanti con i non-muco-formanti. Questo permette di "tamponare" gli effetti negativi di un cibo con un altro. E' chiaro che una spremutina di limone sulla carne NON è sufficiente a tamponare l'acidificazione della bistecca, mentre qualche gheriglio di noce nell'insalata (mi raccomando senza pomodori, limone o altra frutta) è ottimo e nutriente.

Bene. Di seguito trovate un paio di riferimenti bibliografici da cui iniziare. Uno è la dieta senza muco di Arnold Ehret (che considero mitico) e l'altro è il metodo Kousmine (che non condivido appieno, ma è un testo scritto da medici, quindi con dettagli di biochimica interessanti).

Arnold Ehret - la dieta senza muco

Questo testo è spettacolare. Va letto però con la massima apertura mentale e soprattutto va provato. I risultati sono strabilianti. Evitate le ricette del cotto... sono fuffa.


Il metodo Kousmine

Questo testo è scritto da medici. Interessanti le pratiche salutistiche e le  informazioni sui cibi. Meno condivisibili l'utilizzo dei vaccini e della crema Kousmine a colazione. Per il resto è un buon riferimento.

Spero di non essere stato troppo "acido" sta volta e vi aspetto al prossimo post che sto preparando sulle proteine e la carne. Perché certe cose è bene saperle, anche se si continua con le proprie abitudini.

A presto allora.

domenica 12 settembre 2010

Scusate, mi sono frainteso!

Ciao a tutti, con questo post voglio chiarire alcune questioni sollevate da un mio caro amico. Quest'amico, un tipo culturalmente tosto che stimo, ha rifiutato di linkare il mio blog per il "tono" con cui comunico le informazioni e per la "povertà" di riferimenti bibliografici. Inoltre non concorda con tutto quanto riportato.

Queste sue critiche, che ovviamente mi hanno urtato inizialmente, mi hanno fatto pensare che forse non è il solo ad aver percepito questo dal blog. Allora, anche se a questo giro volevo postare un'altra cosa, preferisco subito fare dei chiarimenti a riguardo.

Questo NON è un blog scientifico. E' un blog divulgativo, basato su studi e prove personali, che quindi posso confermare che per me hanno funzionato, e funzionano, meravigliosamente. Funzioneranno meravigliosamente anche per voi? E chi lo sa! Non vi resta che provare. Io riporto dei suggerimenti, che potete verificare in prima persona consultanto i testi che ho consultato io e magari altri ancora.

La critica al tono è stata relativa al modo "imperativo" di diffondere le informazioni: << questo è giusto! >> << questo è sbagliato! >> come se io avessi la verità in tasca. E' chiaro che la verità non ce l'ha nessuno, tranne l'Universo stesso. Però la verità non ce l'ha nemmeno la televisione, la radio, i giornali, le riviste, ecc. che appartengono al main stream.
Il main stream è costituito da tutte quelle informazioni che ci arrivano, per la maggior parte, sempre dalle solite fonti o attraverso i soliti filtri. E' tutto ciò che è al servizio del commercio, in un modo o nell'altro.

Sono molto molto arrabbiato perché al giorno d'oggi in cui abbiamo potenti mezzi di comunicazione di massa, lo spazio alle informazioni vere importanti non viene data perché i media sono tutti al servizio della casta del commercio ed alcune informazioni potrebbero cambiare lo status quo. In ogni settore. Ma questo è il mio punto di vista.

Quindi con questo umore urlo forte e chiaro il mio dissenso, cercando di giustificare con dati facilmente reperibili sul WEB, le mie affermazioni, ma invito tutti (e lo faccio fin dal primo post) ad approfondire personalmente senza prendere le mie parole come oro colato ma usandole come spunto per alimentare la propria curiosità.
Il mio amico mi ricorda una cosa che io applico ormai in automatico, ma voglio ricordarla anche a voi: la scienza è prima di tutto empirismo. Tantevvero che la Naturopatia è chiamata anche "Medicina Empirica" perché si basa sull'osservazione. Osservare, Provare, Capire, Replicare.

E' chiaro che se io vi dico che il latte ed i latticini fanno male e voi prendete un libro con in copertina la piramide alimentare standard, troverete tutt'altre informazioni. Ma se cercate, "fuori dal giro" del main stream, libri di case editrici specializzate in "visioni alternative" (Punto d'incontro, Macro Librarsi, TecnicheNuove, RED! e altre ancora) troverete da soli le risposte che cercate.

Il limite di contenuto della critica del mio amico è quella di dirmi "Io ho sperimentato tanto che sono sicuro di aver raggiunto l'ottimo, quindi non lo cambio". Non si raggiunge mai l'ottimo. E sperimentare consapevolmente altre strade è il modo per cambiare, e quindi crescere. Anche se il risultato dell'esperimento non dovesse essere quello atteso. Ho imparato nella vita che una delle leggi naturali più importanti è la seguente:
"Ciò che non cresce, muore. Cresce ciò che cambia, per volontà o per necessità. Questo è ciò che accade continuamente."

Chiedo scusa a tutti se il mio tono possa essere sembrato troppo perentorio, però i miei studi sull'alimentazione mi hanno insegnato, e continuano a confermarlo, che l'uomo è disegnato per un certo tipo di cibo, che non è il JUNK-FOOD o il "cibo della tradizione" che ci mettono davanti al naso da consumare. Poi ci sono l'inquinamento, lo stress, l'elettromagnetismo e chi più ne ha più ne metta. Quindi la salute di un essere umano va intesa in senso olistico, cioè globale. Ho in previsione dei post relativi anche su questi aspetti.
Ma il cibo è una aspetto sotto li nostro controllo, mentre il resto a volte non lo è, ed è un elemento di importanza troppo vitale per poterlo trascurare. E' la prima fonte di approvvigionamento energetico e di materia. Se è di scarsa qualità o se è assunta male, cioè in modo diverso da come previsto dalla Natura, il corpo si ammala. Prima (per qualcuno) o poi (per qualcun'altro).

Quindi l'altro elemento di critica è stato sul concentrarsi principalmente sull'alimentazione e non su altro. E' vero. Ma il blog è giovane, ho tanti tanti argomenti da voler affrontare, e qualcosina di natura filosofica l'abbiamo anche già vista assieme. Mi riprometto di alternare con maggiore frequenza anche argomenti sulla psiche, su aspetti spirituali e sull'attività fisica.

Cioè in definitiva, tutti gli aspetti di uno stile di vita equilibrato e conforme al nostro essere. Perché come dice il mio amico: "Non siamo tutti uguali" ed io gli ho risposto: "è vero, ma abbiamo tutti 2 gambe, 2 braccia, 2 occhi, 1 naso, 1 bocca, 1 intestino, ecc." uguali per tutti a meno di deformità congenite o traumatiche. Poi variano alcune caratteristiche di dettaglio come l'altezza, il colore, il carattere, le propensioni, i talenti, il numero di scarpe, la lateralità, il metabolismo, e così via. E qui entriamo in gioco noi con il conoscerci e ri-conoscerci per adattare la regola generale al nostro caso particolare.

Secondo me ognuno deve scegliere l'alimentazione a lui più congegnale, ma con cibi scelti all'interno del paniere dei cibi umano-compatibili. Cioè quei cibi che all'organismo non danno reazioni avverse. Il resto è dannoso, anche se sembra che l'organismo riesca a tollerarlo nel breve periodo e saltuariamente.
Meraviglie dell'organismo umano! Non è che se il corpo riesce ad adattarsi per le sue capacità elastiche ad una situazione di emergenza, poi nella vita "normale" bisogna continuare come se si fosse in emergenza.
Come quella squadra di rugby che cadde sulle Ande e si ridusse al cannibbalismo per sopravvivere. Non è che tornati a casa continuarono a mangiare le persone!


Concludo dicendo grazie a tutti quelli che mi permettono di migliorare il blog, la comunicazione ed i contenuti, compreso al mio amico, che pur essendo un po' duro e poco diplomatico, ha evidenziato i punti su cui lavorare. E per questo lo stimo e gli voglio bene. Ciao.